giovedì 8 marzo 2012

IGHINA, L'UOMO VENUTO DAL FUTURO


Conoscete Pierluigi Ighina? Io no, fino a 10 minuti fa. Quest'uomo aveva la chiave per risolvere diversi problemi del nostro mondo. Poteva controllare il tempo meteorologico, in questo video la prova. Buona visione diffondete. Questa è conoscenza.

martedì 14 febbraio 2012

ORCHIDEA SELVAGGIA... A VERONA

Epipactis autumnalis
Non poteva nascondersi a lungo; i ricercatori del G.I.R.O.S. (Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee) sezione Monte Baldo, coordinati da Ennio Agrezzi, l'hanno trovata l'autunno passato, in alcune località della Lessinia orientale. E' l'Epipactis autumnalis, un'orchidea spontanea osservata per la prima volta da Daniele Doro nel 2007 in provincia di Vicenza, nelle Valli del Chiampo e dell'Agno, ma finora mai vista nella provincia scaligera. Sempre nel 2007, Ennio Agrezzi, Massimo Ovatoli e Luciano Bongiorni videro per la prima volta in assoluto l'Epipactis thesaurensis, che prese il nome dal Monte Tesoro a Sant'Anna d'Alfaedo, dove per la prima volta fu osservata questa nuova specie di orchidea spontanea finora trovata solo sui Monti Lessini. La notizia fece scalpore nell'ambiente, tanto da meritare la pubblicazione sul “Journal Europäischer Orchideen”, la pubblicazione più importante del settore, la quale consacrava l'evento a livello mondiale. I ritrovamenti di autumnalis e thesaurensis sono gli unici endemismi* di orchidee per il Veneto. Di fatto la thesaurensis è stata ricercata in tutte le zone montane limitrofe al veronese (trentino e vicentino) ma senza esito alcuno, mentre per l'autumnalis nell'agosto di quest'anno c'è stato un primo consistente ritrovamento, da parte di Daniele Doro, sul Monte Calvarina in un bosco che confina con i Comuni di Roncà, San Giovanni Ilarione e Chiampo, per alcune decine di metri in territorio veronese. L'altro ancor più consistente ritrovamento (una quarantina di esemplari, alcune con boccioli e fiori aperti) è stato registrato nel mese di novembre sul Monte Bellocca, nel Comune di Tregnago e a dicembre sulla Purga di Bolca (più di cinquanta piante, di cui ancora alcune con boccioli). 
Epipactis thesaurensis


L'Epipactis autumnalis, fiorisce nel periodo tra agosto e dicembre, questo il motivo del nome, e si trova su terreni acidi e spesso sotto i noccioli. La pianta ha un altezza minima di 10/12 cm e arriva a mezzo metro produce da 5 a più di 25 fiori, con sfumature di colore bianco verde e rosato. Ennio Agrezzi, Massimino Ovatoli, Renzo Dall'Aglio, Giovanni Dorizzi e Gianni Faccioli sono i ricercatori del G.I.R.O.S. veronese che si dedicano a questa attività da più di dieci anni, in questo arco di tempo, hanno trovato sette specie e sottospecie nuove; hanno arricchito di scoperte e conferme la conoscenza della biodiversità di casa nostra. Nella nostra provincia abbiamo circa un sessantina di specie di orchidee spontanee, un numero consistente grazie anche alla fortuna di poter contare su una vegetazione diversificata, che va da quella mediterranea del lago di Garda fino a quella alpina e glaciale del Monte Baldo, della Lessinia e del gruppo del Carega. Le orchidee spontanee sono specie protette anche se fuori dai parchi quindi ne è vietata la raccolta, e sono minacciate dal pascolo libero e dall'azione dell'uomo con cave e lottizzazioni. Si comprende l'importanza di questi ritrovamenti analizzando l'eccezionalità del nostro territorio, l'unicità dei siti e il grande valore delle biodiversità; e considerando che tutte le zone citate: dall'area di Roncà alla Purga di Bolca sono protette dal Parco Naturale regionale della Lessinia e che il Monte Bellocca, vulcano spento di eccezionale valore paesaggistico e naturalistico, è stato più volte minacciato e salvato dal rischio di apertura di cave e miniere. La stessa cosa è avvenuta quando è stata fermata l'escavazione del cementificio di Fumane, quando nel sito di Marezzane, è stata trovata l'Epipactis thesaurensis sul Monte Noroni, nel comune di Marano di Valpolicella.
Questi esempi per comprendere come, chi è attento alla natura, sta facendo molto per preservare quel po' verde che ci resta.

*endemismo: fenomeno per cui alcune specie animali o vegetali sono esclusive di un dato territorio.

giovedì 9 febbraio 2012

IDROCOLTURA: LE PIANTE SANNO GESTIRE LE SOSTANZE NUTRITIVE


In assoluto, le prime cose da sapere sull'idrocoltura sono: che è pulita, che è semplice da gestire, che è naturale, che è decorativa, ed infine che potrebbe salvare il mondo. Ma andiamo con ordine...

L'IDROCOLTURA E' PULITA



Perlite
Argilla espansa
Chiamata anche coltura idroponica, è un metodo di coltivazione pulito in quanto consente alle piante di crescere e svilupparsi in acqua, sciogliendo in essa le sostanze nutritive. Eliminando la terra si sfata il falso mito che le piante necessitino di questo elemento per sopravvivere, anzi eliminando questo elemento si eliminano parassiti e di conseguenza si abbassa decisamente la possibilità che la pianta si ammali; tempo stesso, si dimostra con maggiore forza che gli elementi di cui necessita una pianta sono l’acqua, l’aria, le 
Vermiculite
Lana di roccia
sostanze nutritive e la luce. La radicazione infatti si sviluppa molto bene con il semplice utilizzo di argilla espansa, oppure perlite, vermiculite o lana di roccia dove alloggiare la pianta; tutti i citati materiali sono sintetici ed hanno le molteplici proprietà di trattenere l’umidità, di creare un buon rapporto acqua-ossigeno necessario ad un miglior scioglimento delle sostanze nutritive e di fornire sostegno alle piante ed ancoraggio alle radici.





L'IDROCOLTURA E' SEMPLICE



Sezione di vaso con pianta in coltura idroponica
E' un metodo semplice da gestire in quanto non richiede una manutenzione continuativa, necessita di acqua e nutrimento mediamente una volta al mese; nelle forme più semplici di idrocoltura, alle piante è sufficiente disporre di un vaso di vetro e di un po’ di acqua per potersi adattare e sviluppare nel migliore dei modi, generalmente però hanno bisogno di vasi appositamente studiati per questo tipo di coltivazione e di materiali che consentano la sopravvivenza. La pianta va solitamente alloggiata in contenitori composti da due vasi: uno più grande fornito di misuratore del livello dell’acqua e uno più piccolo, interno al grande, da riempire con argilla espansa, perlite, vermiculite o lana di roccia, il dispositivo che nella figura vedete giallo è un segnalatore del livello dell'acqua, attraverso questo sarete sempre a conoscenza dello stato di sete della vostra amica verde.
Non tutte le piante sono adatte all’idrocoltura e alcune piante lo sono più di altre; sono da evitare ad esempio tutte quelle piante che sono soggette a marcescenza radicale come le piante grasse, specialmente quelle della famiglia dei cactus; fra le piante da fiore è bene evitare l'idrocoltura ad alcune begonie e alla violetta africana (Saintpaulia); per alcuni bulbi, come i giacinti e i narcisi, l’idrocoltura è ideale solo se il bulbo rimane separato dall’acqua e a tal proposito esistono in commercio vasetti di vetro che consentono di appoggiare il bulbo sull’orlo e le radici, sviluppandosi nell’acqua, possono assorbire le sostanze nutritive senza che il bulbo sia a diretto contatto con l’acqua stessa; infine, le piante ideali per la coltura idroponica sono quelle che radicano con estrema facilità e si sviluppano abbondantemente in acqua come quelle dei generi: Photos, Philodendron, Dracaena, Ficus, Sansevieria, Peperomia, Papiro.
Nella coltura idroponica il livello dell’acqua deve essere mantenuto il più costante possibile, sia se si utilizzino vasi specifici per idrocoltura e sia se si utilizzino semplici vasi di vetro; l’acqua deve essere a temperatura ambiente e possibilmente di rubinetto, evitando l’acqua demineralizzata, troppo povera di quegli elementi che consentono l’assorbimento delle sostanze nutritive.

L'IDROCOLTURA E' NATURALE

L'idrocoltura anche se fortemente studiata e tecnologicamente avanzata rispetto i metodi di coltura tradizionale è molto naturale e salutare per la pianta, in quanto permette l'autogestione dell'acqua e delle sostanze nutritive. La motivazione principale è che l'assenza di terra non assorbe e trattiene per se parte dell'acqua e delle sostanze nutritive, che invece restano a totale disposizione della pianta e che consumerà al bisogno. In commercio esistono dei preparati, derivati da anni di studio, già pronti in grani o in tavolette o liquidi che contengono gli elementi essenziali come azoto, fosforo, potassio nonché gli elementi minerali, da somministrare, in modo graduale, ed indispensabili per il nutrimento e la vita delle piante; esistono, infine, anche dei preparati, appositamente testati, che immessi direttamente nell’acqua, permettono di diradare gli interventi di pulitura in quanto assorbono le sostanze nocive dell’acqua stessa ed evitano la formazione di alghe. Queste sostanze un volta disciolte in acqua vengono gradualmente assorbite dalla pianta in un arco temporale di quattro/sei mesi, questo a dimostrazione del fatto che è sempre la pianta che si dosa i nutrimenti.

L'IDROCOLTURA E' DECORATIVA

Potendosi le piante gestire l'acqua, l'idrocoltura ci permette di far convivere nel medesimo vaso piante che hanno bisogno di differenti tassi di umidità, dando vita così a composizioni che in terra sarebbero impossibili da fare.
In sintesi immaginiamo composizioni fino a ieri impensabili ed il piacere di un angolo di arredamento verde senza le comuni problematiche di manutenzione e pulizia nel rispetto dei naturali ritmi di vita delle piante. Questa è l'idrocoltura.

L'IDROCOLTURA POTREBBE SALVARE IL MONDO
 
Coltura idroponica verticale di lattuga
Una parentesi doverosa va però fatta in considerazione del fatto che l'idrocoltura potrebbe avere un forte impatto sociale se utilizzata per produrre in maniera massiva ed intensiva ogni tipo di ortaggio, dalla frutta alla verdura. Con un piccolo sforzo si potrebbe coltivare in verticale ovunque anche nei centri delle nostre città risparmiando la terra, che è oramai allo stremo delle forze. Le risorse economiche per queste operazioni sarebbero minime e il risultato massimo e si potrebbe seriamente risolvere il problema della fame del mondo (ricordo che le proprietà degli ortaggi dal punto di vista energetico e vitaminico sono  complete), perchè vi sarebbe una produzione talmente alta che i prezzi sarebbero davvero esigui, ma è evidente che la fame nel mondo per qualcuno è un business e la volontà di chi potrebbe fermarla è pagata abbastanza bene da chi può e non vuole fermarla... ma questa è un'altra storia.

informazione pubblicitaria
Ognuno di noi, anche se scevro di pollice verde e con un minimo di manualità, potrebbe gestire delle piante in idrocoltura a casa propria. Diciamo però che la comodità e le possibilità creative dell'idrocoltura stanno prendendo piede soprattutto in Alberghi, Ristoranti, Aziende, ovvero tutti quegli ambienti nei quali c'è la necessità di abbellire con il fine di ricevere, niente di meglio di un arredamento verde che, come dicevo nel post del 23 gennaio 2012 http://lartedelverde.blogspot.com/2012/01/verde-in-ufficio-la-miglior-cura.html, aiuta i dipendenti ad affrontare meglio gli stress, i ritmi lavorativi e vivere meglio il proprio luogo di lavoro.

venerdì 27 gennaio 2012

PISCINA NATURALE: UN'ALTERNATIVA SOSTENIBILE AL TRATTAMENTO CHIMICO DELL'ACQUA


Le piscine Naturali, dette anche bio o laghetti balneabili, costituiscono un’alternativa economica ed ecologica. Economica in quanto con un investimento relativamente basso ci si può permettere di avere una piscina in casa. Ecologica perché un sistema di filtraggio biologico, mantiene pulita e trasparente l’acqua, per assaporare un bagno immersi in un ecosistema perfettamente integrato con il paesaggio. Queste piscine sono principalmente costituite da una vasca di balneazione ed una vasca adibita al filtraggio. Può essere aggiunta una terza vasca, detta di “rigenerazione”, che permette all’acqua di riscaldarsi naturalmente a contatto con dei ciottoli appositamente predisposti.




COME FILTRARE NATURALMENTE L'ACQUA
Il filtraggio è affidato al verde, ovvero a delle piante acquatiche specifiche, che sono una geniale quanto antica alternativa ai sistemi di filtraggio chimico e meccanico dell’acqua, quindi niente filtri con sabbie, niente cloro, quasi nulla la manutenzione. L'azione filtrante delle piante era infatti già conosciuta ai tempi dell’antica Roma, in cui la cloaca massima veniva scaricata nelle paludi Pontine al fine di sfruttarne il potere depurante.
Le piante più utilizzate in questo tipo di piscine sono quelle denominate macrofite (piante superiori) acquatiche e l’essenza più impiegata in Europa è il Phragmites Australis, o cannuccia di palude, ma si possono utilizzare anche tutte le specie di macrofite acquatiche che tollerano bene livelli di inquinamento elevati come la Carex Aquatilis, la Scirpus, Schoenoplectus lacustris o Lisca lacustre e la Caltha palustris.
In una piscina naturale senza sistemi di filtraggio, gli organismi  viventi altererebbero le qualità dell’acqua (colore, odore e sapore) proprio perché non sarebbe consentita la rigenerazione della stessa. Con l’ausilio delle piante giuste la materia organica viene rimossa per un processo di degradazione naturale, trattenendo i minerali disciolti per la crescita stessa delle piante.




Piscine-bio-a
COME FUNZIONA


Il sistema è costituito da una pompa di circolazione, che fa defluire l’acqua in continuazione in un circuito chiuso passando dal filtraggio, e da una colonna di decantazione che trattiene le particelle organiche per incanalarle verso la zona di filtraggio naturale (mineralizzazione e fitoestrazione). E' fondamentale dare movimento ed ossigenazione all'acqua attraverso l'uso di giochi d'acqua o cascate, operazione che consente inoltre un processo di mineralizzazione più veloce. La vasca di rigenerazione, costruita inserendovi delle apposite pietre che rilasciano calore dai 4 ai 6°C, fa si che questa possa essere anche riscaldata naturalmente, nessuno ci viete di utilizzare dei metodi più tradizionali, ma sicuramente molto meno ecologicamente sostenibili.

QUANTO COSTA

Il prezzo di una piscina naturale parte dai 700 €, è ovvio che ne possiamo spendere anche qui 100.000 € se abbiamo spazio per farci il lago di Garda, ma va da se, che se guardiamo i costi minimi per una piscina interrata, con 700 € si e non che cominciamo a farci un buco nel giardino. Oltretutto questa tecnologia offertaci dalla natura ci consente anche un notevole risparmio idrico, per il semplice fatto che non vi è bisogno alcuno di svuotare la piscina per la manutenzione stagionale.


FORME


Qui dipende tutto dalla fantasia del committente. Le piscine naturali si adattano ad assumere forme moderne, squadrate e severe, o più naturali, simili a laghetti. A mio avviso però, la peculiarità di queste piscine, è che risultano belle e vive durante tutto il periodo dell'anno, mentre le piscine tradizionali nei mesi invernali sono solitamente svuotate e/o coperte. 


E LE ZANZARE?


Le zanzare costituiscono un problema se l'acqua è ferma e stagnante, infatti, non essendo questo il caso, ma avendo acqua in movimento e rigenerazione continua, l’habitat non risulta a loro favorevole.


IN CONCLUSIONE

La piscina naturale è l'incontro tra il moderno e e l'antico, è un nuovo modo di immergersi nell'acqua ed entrare in contatto con la natura e divenirne, al tempo stesso, parte integrante.

giovedì 19 gennaio 2012

L'AGRITETTURA


Pensate cosa succederebbe se i tetti degli edifici fossero convertiti in parchi, aree verdi e vie pedonali. Luoghi in cui i cittadini si possano incontrare e di cui possano usufruire liberamente. Potrebbe forse sembrare una idea un po' paradossale, o anche solo naif e invece può essere un'ottima idea; come testimoniano 3 progetti che negli ultimi anni hanno fatto il giro del mondo per creatività, avanguardia, design e, cosa non da poco, impatto ambientale.

Progetto 1
Degli edifici, si dice di solito, che sorgono dal terreno, non è certo il caso della nuova sede dell'università femminile, nel distretto finanziario di Yongsan a Seoul in Corea del sud progettata dallo studio James Corner Field Operations, la quale, invece, si presenta come una sorta di intaglio; una fessura che penetra nel fianco di una collina dando vita ad una piazza che insieme, costituisce l'accesso all'università vera e propria; quest'ultima, una struttura allungata che segue l'andamento naturale del terreno, è poi ricoperta di giardini pensili e costellata di luoghi di ritrovo, come un teatro all'aperto e un giardino con sculture, frequentati dagli studenti, ma anche dagli altri abitanti della città.




Progetto 2
Simile dal punto di vista concettuale è la soluzione di Jame Magen per il nuovo dipartimento dell'ambiente della città di Zaragoza in Spagna, dove sfruttando la pendenza naturale del terreno è stato possibile riprogettare l'edificio in perfetta continuità con la topologia del luogo, in modo tale che il tetto dell'edificio potesse configurarsi come una estensione dello spazio pubblico accessibile a tutti.
Che un edificio pubblico apra anche il proprio tetto ai cittadini è di per se una buona idea, anche perché è un modo per raddoppiare la superficie della città destinata ai parchi ed ai luoghi di ritrovo, superficie che oggi è un bene decisamente scarso nelle città. 

L'Agritettura questo è il nome che viene dato a questo tipo di coltivazioni pensili, porta anche molti altri vantaggi. Difatti esistono vantaggi di tipo energetico e vantaggi di tipo ambientale che sono visibili sia su scala urbana che su scala edificio.
I vantaggi su scala urbana sono vari e sono legati a:
- 1 gli effetti di riduzione del surriscaldamento urbano, grazie all'azione del verde attraverso i propri fenomeni di evotraspirazione o evapotraspirazione il fenomeno è legato alla fotosintesi clorofilliana; quando le piante per poter assumere l’anidride carbonica dall’atmosfera mantengono gli stomi aperti perdendo acqua in grandi quantità, che viene successivamente assorbita dal terreno ed immessa nell’atmosfera sotto forma di vapore
- 2 tempo stesso il verde contribuisce anche al miglioramento della qualità dell'aria, attraverso l'immissione di ossigeno nell'ambiente, che è poi il primo vantaggio assoluto della fotosintesi clorofilliana.
- 3 un ulteriore effetto positivo estremamente importante dal punto di vista ambientale è che l'aumento delle superfici verdi garantirebbero un'aumento delle superfici urbane in grado di assorbire l'acqua piovana , quindi, di regolarizzare i deflussi delle acque stesse, ed evitare o quanto meno attutire il problema di frane smottamenti, inondazioni ed esondazioni dei tanti corsi d'acqua presenti in Italia, tema oggi importantissimo nelle città.
I vantaggi su scala edificio di tetti verdi o giardini verticali (foto a destra), sono invece legati all'aumento dell'inerzia termica delle superfici dell'edificio stesso, e questo determina un vantaggio sia in termini energetici che di comfort, soprattutto nel periodo estivo, in quanto l'aumento dell'inerzia evita il surriscaldamento degli ambienti occupati dalle persone.  Oggi, queste tecnologie sono affidabili e testate, si stanno infatti scrivendo degli standard nazionali in modo da definire chiaramente i principi di dimensionamento e progetto.


Spostiamoci infine dall'altra parte del mondo, negli Stati Unti, a New York per la precisione, per dare un ultimo esempio di Agritettura, in questo caso un recupero strutturale. Pensate infatti che nella Grande Mela, la vecchia metro in disuso di Chelsea è stata trasformata in un parco lineare. Lungo oltre 2 km e mezzo ma largo solo pochi metri, che attraversa la città da Meatpacking District fino a Manhattan. Il parco si chiama High line ed è un luogo quasi surreale.
Un parco lineare sospeso in aria, un polmone verde in bilico sulle strade, sui passanti distratti e le macchine rumorose, un percorso multiforme con boschi, ampi prati soleggiati, molte panchine dove sedersi e mangiare qualcosa e una passerella a grata su cui camminare osservando la città sotto ai piedi, il parco è formato vegetazione differente; dalla bassa a parti in cui riesci a dimenticare di essere a New York, dove gli alberi si fanno alti e ad un certo punto scorgi una New York da un punto di vista diverso, perché in fondo, si è a nove metri da terra circondati dal verde e l'ottica urbanistica cambia radicalmente. 

Ma sulla High Line non c’è solo natura; qui fiorisce ogni genere di iniziativa culturale e commerciale. C’è un anfiteatro per le rappresentazioni teatrali e le proiezioni cinematografiche, spazi per l’esposizione di opere d’arte, negozi, gelaterie, bar, artisti di strada e molto altro. 

E in Italia che si fa? Beh per quanto riguarda la mia personalissima esperienza ho trovato due luoghi entrambi a Milano, uno è in corso di porta ticinese e lo vedete qui a destra, e l'altro è il futuro bosco verticale, due grattacieli pieni di piante di ogni tipo. Costruiti per l'expo del 2015 e facenti parte di un progetto di riqualificazione della zona Porta Nuova con grattacieli avveniristici, in un contesto in cui la fanno da padrone vetro ferro e cemento credo che un polmoncino verde faccia giusto bene ed un bosco che si sviluppa a piani in verticale è davvero un qualcosa di straordinario. L'ultima volta che sono passato da queste parti i lavori fremevano e i due grattacieli verdi non erano ultimati, ma il 2015 si avvicina e non credo manchi molto.


La direzione presa in diversi casi dall'uomo sembra buona, ma è ancora poco, il mondo è grande e le stupidaggini fatte in passato sono troppe, ma queste possono essere utili per evitarne in futuro, e  l'uomo ha l'occasione e la testa di correggere gli errori fatti.
Tutto questo non fa che dimostrare come, la natura, aiuti l'uomo a ritrovare una dimensione di armonia e condivisione. Noi, dal nostro canto, non possiamo fare altro che aiutare la natura. 
E aiuteremo noi stessi.