martedì 14 febbraio 2012

ORCHIDEA SELVAGGIA... A VERONA

Epipactis autumnalis
Non poteva nascondersi a lungo; i ricercatori del G.I.R.O.S. (Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee) sezione Monte Baldo, coordinati da Ennio Agrezzi, l'hanno trovata l'autunno passato, in alcune località della Lessinia orientale. E' l'Epipactis autumnalis, un'orchidea spontanea osservata per la prima volta da Daniele Doro nel 2007 in provincia di Vicenza, nelle Valli del Chiampo e dell'Agno, ma finora mai vista nella provincia scaligera. Sempre nel 2007, Ennio Agrezzi, Massimo Ovatoli e Luciano Bongiorni videro per la prima volta in assoluto l'Epipactis thesaurensis, che prese il nome dal Monte Tesoro a Sant'Anna d'Alfaedo, dove per la prima volta fu osservata questa nuova specie di orchidea spontanea finora trovata solo sui Monti Lessini. La notizia fece scalpore nell'ambiente, tanto da meritare la pubblicazione sul “Journal Europäischer Orchideen”, la pubblicazione più importante del settore, la quale consacrava l'evento a livello mondiale. I ritrovamenti di autumnalis e thesaurensis sono gli unici endemismi* di orchidee per il Veneto. Di fatto la thesaurensis è stata ricercata in tutte le zone montane limitrofe al veronese (trentino e vicentino) ma senza esito alcuno, mentre per l'autumnalis nell'agosto di quest'anno c'è stato un primo consistente ritrovamento, da parte di Daniele Doro, sul Monte Calvarina in un bosco che confina con i Comuni di Roncà, San Giovanni Ilarione e Chiampo, per alcune decine di metri in territorio veronese. L'altro ancor più consistente ritrovamento (una quarantina di esemplari, alcune con boccioli e fiori aperti) è stato registrato nel mese di novembre sul Monte Bellocca, nel Comune di Tregnago e a dicembre sulla Purga di Bolca (più di cinquanta piante, di cui ancora alcune con boccioli). 
Epipactis thesaurensis


L'Epipactis autumnalis, fiorisce nel periodo tra agosto e dicembre, questo il motivo del nome, e si trova su terreni acidi e spesso sotto i noccioli. La pianta ha un altezza minima di 10/12 cm e arriva a mezzo metro produce da 5 a più di 25 fiori, con sfumature di colore bianco verde e rosato. Ennio Agrezzi, Massimino Ovatoli, Renzo Dall'Aglio, Giovanni Dorizzi e Gianni Faccioli sono i ricercatori del G.I.R.O.S. veronese che si dedicano a questa attività da più di dieci anni, in questo arco di tempo, hanno trovato sette specie e sottospecie nuove; hanno arricchito di scoperte e conferme la conoscenza della biodiversità di casa nostra. Nella nostra provincia abbiamo circa un sessantina di specie di orchidee spontanee, un numero consistente grazie anche alla fortuna di poter contare su una vegetazione diversificata, che va da quella mediterranea del lago di Garda fino a quella alpina e glaciale del Monte Baldo, della Lessinia e del gruppo del Carega. Le orchidee spontanee sono specie protette anche se fuori dai parchi quindi ne è vietata la raccolta, e sono minacciate dal pascolo libero e dall'azione dell'uomo con cave e lottizzazioni. Si comprende l'importanza di questi ritrovamenti analizzando l'eccezionalità del nostro territorio, l'unicità dei siti e il grande valore delle biodiversità; e considerando che tutte le zone citate: dall'area di Roncà alla Purga di Bolca sono protette dal Parco Naturale regionale della Lessinia e che il Monte Bellocca, vulcano spento di eccezionale valore paesaggistico e naturalistico, è stato più volte minacciato e salvato dal rischio di apertura di cave e miniere. La stessa cosa è avvenuta quando è stata fermata l'escavazione del cementificio di Fumane, quando nel sito di Marezzane, è stata trovata l'Epipactis thesaurensis sul Monte Noroni, nel comune di Marano di Valpolicella.
Questi esempi per comprendere come, chi è attento alla natura, sta facendo molto per preservare quel po' verde che ci resta.

*endemismo: fenomeno per cui alcune specie animali o vegetali sono esclusive di un dato territorio.

giovedì 9 febbraio 2012

IDROCOLTURA: LE PIANTE SANNO GESTIRE LE SOSTANZE NUTRITIVE


In assoluto, le prime cose da sapere sull'idrocoltura sono: che è pulita, che è semplice da gestire, che è naturale, che è decorativa, ed infine che potrebbe salvare il mondo. Ma andiamo con ordine...

L'IDROCOLTURA E' PULITA



Perlite
Argilla espansa
Chiamata anche coltura idroponica, è un metodo di coltivazione pulito in quanto consente alle piante di crescere e svilupparsi in acqua, sciogliendo in essa le sostanze nutritive. Eliminando la terra si sfata il falso mito che le piante necessitino di questo elemento per sopravvivere, anzi eliminando questo elemento si eliminano parassiti e di conseguenza si abbassa decisamente la possibilità che la pianta si ammali; tempo stesso, si dimostra con maggiore forza che gli elementi di cui necessita una pianta sono l’acqua, l’aria, le 
Vermiculite
Lana di roccia
sostanze nutritive e la luce. La radicazione infatti si sviluppa molto bene con il semplice utilizzo di argilla espansa, oppure perlite, vermiculite o lana di roccia dove alloggiare la pianta; tutti i citati materiali sono sintetici ed hanno le molteplici proprietà di trattenere l’umidità, di creare un buon rapporto acqua-ossigeno necessario ad un miglior scioglimento delle sostanze nutritive e di fornire sostegno alle piante ed ancoraggio alle radici.





L'IDROCOLTURA E' SEMPLICE



Sezione di vaso con pianta in coltura idroponica
E' un metodo semplice da gestire in quanto non richiede una manutenzione continuativa, necessita di acqua e nutrimento mediamente una volta al mese; nelle forme più semplici di idrocoltura, alle piante è sufficiente disporre di un vaso di vetro e di un po’ di acqua per potersi adattare e sviluppare nel migliore dei modi, generalmente però hanno bisogno di vasi appositamente studiati per questo tipo di coltivazione e di materiali che consentano la sopravvivenza. La pianta va solitamente alloggiata in contenitori composti da due vasi: uno più grande fornito di misuratore del livello dell’acqua e uno più piccolo, interno al grande, da riempire con argilla espansa, perlite, vermiculite o lana di roccia, il dispositivo che nella figura vedete giallo è un segnalatore del livello dell'acqua, attraverso questo sarete sempre a conoscenza dello stato di sete della vostra amica verde.
Non tutte le piante sono adatte all’idrocoltura e alcune piante lo sono più di altre; sono da evitare ad esempio tutte quelle piante che sono soggette a marcescenza radicale come le piante grasse, specialmente quelle della famiglia dei cactus; fra le piante da fiore è bene evitare l'idrocoltura ad alcune begonie e alla violetta africana (Saintpaulia); per alcuni bulbi, come i giacinti e i narcisi, l’idrocoltura è ideale solo se il bulbo rimane separato dall’acqua e a tal proposito esistono in commercio vasetti di vetro che consentono di appoggiare il bulbo sull’orlo e le radici, sviluppandosi nell’acqua, possono assorbire le sostanze nutritive senza che il bulbo sia a diretto contatto con l’acqua stessa; infine, le piante ideali per la coltura idroponica sono quelle che radicano con estrema facilità e si sviluppano abbondantemente in acqua come quelle dei generi: Photos, Philodendron, Dracaena, Ficus, Sansevieria, Peperomia, Papiro.
Nella coltura idroponica il livello dell’acqua deve essere mantenuto il più costante possibile, sia se si utilizzino vasi specifici per idrocoltura e sia se si utilizzino semplici vasi di vetro; l’acqua deve essere a temperatura ambiente e possibilmente di rubinetto, evitando l’acqua demineralizzata, troppo povera di quegli elementi che consentono l’assorbimento delle sostanze nutritive.

L'IDROCOLTURA E' NATURALE

L'idrocoltura anche se fortemente studiata e tecnologicamente avanzata rispetto i metodi di coltura tradizionale è molto naturale e salutare per la pianta, in quanto permette l'autogestione dell'acqua e delle sostanze nutritive. La motivazione principale è che l'assenza di terra non assorbe e trattiene per se parte dell'acqua e delle sostanze nutritive, che invece restano a totale disposizione della pianta e che consumerà al bisogno. In commercio esistono dei preparati, derivati da anni di studio, già pronti in grani o in tavolette o liquidi che contengono gli elementi essenziali come azoto, fosforo, potassio nonché gli elementi minerali, da somministrare, in modo graduale, ed indispensabili per il nutrimento e la vita delle piante; esistono, infine, anche dei preparati, appositamente testati, che immessi direttamente nell’acqua, permettono di diradare gli interventi di pulitura in quanto assorbono le sostanze nocive dell’acqua stessa ed evitano la formazione di alghe. Queste sostanze un volta disciolte in acqua vengono gradualmente assorbite dalla pianta in un arco temporale di quattro/sei mesi, questo a dimostrazione del fatto che è sempre la pianta che si dosa i nutrimenti.

L'IDROCOLTURA E' DECORATIVA

Potendosi le piante gestire l'acqua, l'idrocoltura ci permette di far convivere nel medesimo vaso piante che hanno bisogno di differenti tassi di umidità, dando vita così a composizioni che in terra sarebbero impossibili da fare.
In sintesi immaginiamo composizioni fino a ieri impensabili ed il piacere di un angolo di arredamento verde senza le comuni problematiche di manutenzione e pulizia nel rispetto dei naturali ritmi di vita delle piante. Questa è l'idrocoltura.

L'IDROCOLTURA POTREBBE SALVARE IL MONDO
 
Coltura idroponica verticale di lattuga
Una parentesi doverosa va però fatta in considerazione del fatto che l'idrocoltura potrebbe avere un forte impatto sociale se utilizzata per produrre in maniera massiva ed intensiva ogni tipo di ortaggio, dalla frutta alla verdura. Con un piccolo sforzo si potrebbe coltivare in verticale ovunque anche nei centri delle nostre città risparmiando la terra, che è oramai allo stremo delle forze. Le risorse economiche per queste operazioni sarebbero minime e il risultato massimo e si potrebbe seriamente risolvere il problema della fame del mondo (ricordo che le proprietà degli ortaggi dal punto di vista energetico e vitaminico sono  complete), perchè vi sarebbe una produzione talmente alta che i prezzi sarebbero davvero esigui, ma è evidente che la fame nel mondo per qualcuno è un business e la volontà di chi potrebbe fermarla è pagata abbastanza bene da chi può e non vuole fermarla... ma questa è un'altra storia.

informazione pubblicitaria
Ognuno di noi, anche se scevro di pollice verde e con un minimo di manualità, potrebbe gestire delle piante in idrocoltura a casa propria. Diciamo però che la comodità e le possibilità creative dell'idrocoltura stanno prendendo piede soprattutto in Alberghi, Ristoranti, Aziende, ovvero tutti quegli ambienti nei quali c'è la necessità di abbellire con il fine di ricevere, niente di meglio di un arredamento verde che, come dicevo nel post del 23 gennaio 2012 http://lartedelverde.blogspot.com/2012/01/verde-in-ufficio-la-miglior-cura.html, aiuta i dipendenti ad affrontare meglio gli stress, i ritmi lavorativi e vivere meglio il proprio luogo di lavoro.